AIPO SI FERMI. SUL CROSTOLO E SUL RODANO EVITIAMO L’EFFETTO SECCHIA

Una delle azioni programmatiche principali per cui ci siamo impegnati e in campagna elettorale abbiamo chiesto ai cittadini il voto riguarda la protezione, la cura e la implementazione del verde urbano e periurbano, inteso come un grande patrimonio da preservare per le future generazioni e come uno straordinario strumento di mitigazione delle isole di calore che attanagliano la nostra città e, non ultimo, come misura per la lotta locale ai cambiamenti climatici.

Qualche mese fa, assieme alle associazioni ambientaliste reggiane, abbiamo denunciato il rischio dell’ennesimo intervento di disboscamento radicale previsto da AIPO sui torrenti Crostolo e Rodano, dal ponte di Puianello fino alla confluenza in Po. Di fatto il progetto (a quanto ci è dato sapere) prevederebbe la rimozione di gran parte della vegetazione spondale dei due torrenti, compreso il tratto urbano del Crostolo, e un intervento sull’asta fluviale del Torrente Rodano, dove recentemente il Comune di Reggio ha inteso proporre, per l’intero corso del torrente, l’importante e innovativa funzione di Paesaggio Protetto. 

È evidente che si tratterebbe di un gigantesco taglio della vegetazione ripariale dei due torrenti, compreso il tratto cittadino che, come noto, costituisce l’ossatura imprescindibile del parco più frequentato dai reggiani: il Parco delle Caprette e la passeggiata che costeggia il torrente da sud a nord.

Ora AIPO ha comunicato al Comune di voler procedere con i lavori, senza che sia possibile visionare le carte, valutare le proposte operative ed eventualmente proporre delle modifiche.

Ricordiamo che in queste settimane, tra l’altro sempre AIPO, Agenzia Interregionale per il Po,  sta effettuando un intervento devastante sulla Riserva Naturale del Secchia a Rubiera, senza minimamente rispettare le convenzioni e le prescrizioni di V.I.A. predisposte dall’Ente Parc, tanto da suscitare l’indignazione di centinaia di cittadini che, hanno indotto il sindaco di Rubiera, seppure con grave ritardo, a richiedere chiarimenti e delucidazioni all’Ente Interregionale per il governo delle acque. 

Ancora una volta si pensa di affrontare un tema complesso come quello dei sempre più frequenti episodi meteo estremi caratterizzati da piogge torrenziali e periodi di forte e perdurante siccità, indotti dal cambiamento climatico, con singole opere o interventi, finalizzati a rispondere alle fasi emergenziali, ma che non incidono minimamente sulle cause vere di ciò che ci sta accadendo.

Sono gli alberi i nostri alleati nel contrastare il disastro climatico e ci aiuteranno a ridurre il calore che produce i fenomeni meteo estremi e che porteranno un più di natura nelle nostre città impermeabilizzate.

Tagliare le fasce spondali senza uno studio approfondito della situazione specifica di ogni corso d’acqua è quindi una risposta sbagliata a un problema vero. Togliere gli alberi dalle sponde fluviali vuol dire mettere a nudo le arginature che in caso di aumento della portata saranno sottoposte ad una violenta e diretta pressione della massa d’acqua che non più trattenuta e frenata dalla vegetazione, prenderà sempre più velocità, aumentando la sua capacità di pressione erosiva sulle arginature.

Basta con la facile retorica che incolpa esclusivamente le nutrie e gli istrici quali responsabili dei collassi arginali: spesso invece si è trattato di cedimenti strutturali di arginature obsolete o addirittura di sormonto delle stesse da parte delle acque in piena.

Il reticolo idraulico complessivamente  si è mostrato inadeguato alle nuove esigenze  e allora, con grande urgenza, se vi sono fondi, occorre spenderli per dare  ai fiumi più spazio, quello spazio che volutamente gli abbiamo tolto e che ora occorre urgentemente ripristinare perché possano esondare in territori appositamente vocati a questo scopo, occorre mantenere gli alberi sulle sponde perché rallentano le acque, difendono e rafforzano le arginature impedendone l’erosione e il collasso, assorbono e depurano le acque dagli inquinanti, occorre depavimentare le nostre città togliendo il cemento e l’asfalto dove possibile portando invece gli alberi e la natura dentro la città costruita che dovrà trasformarsi in città green, dove il verde e la piacevolezza del paesaggio diventino elementi caratterizzanti. :  insomma occorre ripensare profondamente la gestione di tutto il  nostro territorio.

Per tutte queste ragioni, riteniamo sia necessario che AIPO si fermi e apra una fase di confronto con la cittadinanza e il comune di Reggio, per verificare il progetto di taglio radicale e sistematico delle fasce boscate arginali al fine di evitare lo scempio ambientale che si prospetta.

Loredana Bertani e Duilio Cangiari Co portavoce di Europa Verde Reggio Emilia

 

https://www.reggionline.com/rischio-migliaia-alberi-lungo-crostolo-rodano-progetto-rivedere-video/


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